Perché lottare per la Resistenza ai fascismi e alle intolleranze, nel 2017, si può. Anzi, si deve.

«Il problema dell’Italia non è il fascismo». 
Lo ha detto un signore che si candida a governare il Paese. Purtroppo lo dicevano in molti anche all’inizio del secolo scorso. E poi abbiamo visto com’è finita. Noi non sappiamo se fascismo, violenza e intolleranza siano i problemi più gravi dell’Italia. Sappiamo però che ignorare quello che sta accadendo, o giustificarlo, o minimizzarlo, quello sì, è un problema, ed è gravissimo. Per questo scendiamo in piazza, sabato 9 dicembre a Como. Per dire ai volontari della rete Como senza Frontiere, aggrediti dagli skinheads, che finché ci saremo noi, loro non saranno soli. Per dire a Daniele Piervincenzi e al suo cameraman Edoardo Anselmi, aggrediti a Ostia, che finché ci saremo noi, loro non saranno soli. Per dire che non ci arrendiamo all’onda nera che sta invadendo i parlamenti di mezza Europa e ora prova a infettare anche l’Italia. Lo diremo tutti insieme in piazza, portando ognuno un fiore. Il fiore del Partigiano. Perché lottare per la Resistenza ai fascismi e alle intolleranze, nel 2017, si può. Anzi, si deve. È con queste parole che il Partito Democratico ha convocato attraverso il vice-segretario Maurizio Martina, una mobilitazione nazionale sabato 9 dicembre alle ore 11, al Monumento alla Resistenza Europea sul Lungolago Mafalda di Savoia a Como.


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Alla manifestazione parteciperanno anche l'ANPI, l'Associazione ex deportati, la CGIL e un po' tutte le forze politiche della vecchia e nuova sinistra; vale quindi a dire Possibile, Sinistra Italiana, Campo Progressista e via dicendo.

Anche noi di Brugherio ci saremo, per rivendicare i nostri princìpi più convinti che mai, perché l'antifascismo è un valore da rivendicare sempre, non solo il 25 aprile.


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