Tutte le sfide della nostra “Agrogeneration”. A Bergamo il G7 dell’agricoltura


Dopo Expo Milano 2015, l’Italia ospita questa settimana a Bergamo un altro grande momento di confronto internazionale sul tema agroalimentare: il G7 dell’Agricoltura. Un’occasione durante la quale avremo la possibilità di discutere con Giappone, Francia, Germania, Canada, Regno Unito e Stati Uniti d’America delle azioni e delle responsabilità da esercitare in campo agricolo e alimentare per produrre meglio sprecando meno e per garantire livelli di sostenibilità sempre maggiori al futuro dell’agricoltura globale.
Abbiamo davanti delle sfide decisive da comprendere e da condurre. Come sostenere la svolta ecologica delle nostre agricolture? Come tutelare meglio i piccoli e medi produttori di fronte ai rischi determinati dalle calamità, dal cambiamento climatico e dalla volatilità dei prezzi? Come sviluppare un’efficace cooperazione agricola anche in relazione al passaggio storico che stiamo vivendo con le nuove migrazioni? E, infine, una domanda cruciale: a che punto siamo nella sfida alla lotta alla fame per raggiungere l’obiettivo Fame zero al 2030 così come indicato dai nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile voluti dalle Nazioni Unite a fine 2015?
C’è bisogno di risposte internazionali concrete e urgenti. A due anni dall’Esposizione universale di Milano, rilanciamo così il nostro contributo all’agenda globale. Dal G7 agricoltura vogliamo ribadire la centralità di un’agricoltura ecologica, moderna e sostenibile come strumento per contrastare la denutrizione. Concentreremo la discussione con gli altri Paesi su due temi cardine: la cooperazione agricola correlata al fenomeno delle migrazioni e la protezione degli agricoltori, soprattutto piccoli, davanti alle crisi economiche e ambientali. Se la siccità in Italia, infatti, ha provocato danni enormi al settore primario, in alcune zone dell’Africa ha innescato un vero e proprio esodo.
Ci confronteremo anche con le organizzazioni internazionali, a partire da FAO, IFAD, WFP e OCSE. Con protagonisti della società civile come Slow food, Cesvi e One Campaign. Con istituzioni essenziali come la nostra Unione Europea e come la commissaria all’agricoltura e all’economia rurale dell’Unione Africana.
Abbiamo inoltre voluto che questo lavoro fosse aperto al contributo di idee e progetti delle istituzioni locali, della società civile, delle associazioni e dei cittadini tutti. Perché queste sfide si possono vincere solo con il contributo di tutti, solo con una svolta educativa a partire dai più giovani, la nostra “Agrogeneration”, e con un senso di cittadinanza più forte e consapevole da parte di ciascuno. Perché noi dobbiamo prepararci sempre meglio a fare la nostra parte.

Post popolari in questo blog

Raccolta firme per la sanità, vi aspettiamo!

TeleMeloni censura Scurati

Chi ha ragione?