Versailles, nasce l’Europa a due velocità


Vertice a 4 a Versailles con Hollande, Merkel e Rajoy sul futuro dell’Unione. Leggiamo dal sito de l'Unità.
È arrivato il tempo di un’Europa a più velocità, che consenta di progredire verso una maggiore integrazione, altrimenti crolla tutto. A tre settimane dalle celebrazioni del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma del 25 marzo 1957, da Versailles arriva il solenne appello dei leader di Italia, Francia, Germania e Spagna, le prime quattro potenze demografiche ed economiche del continente, unite come non mai nel dire che lo statu quo dell’Unione non è più accettabile. L’Europa apre insomma alle “geometrie variabili”.

Hollande: “Unità non è uniformità: liberi di andare avanti, senza obbligare (né esser frenati da) nessuno”

“L’unità non è l’uniformità” la formula a cui si affida il presidente francese Hollande: “Ed è per questo – dice – che auspico nuove forme di collaborazione in grado di permettere ad alcuni paesi di andare avanti con più decisione e rapidità, senza che altri restino emarginati o che possano opporsi”.

Le geometrie variabili secondo Angela Merkel: “Nessuno escluso, ma nessuno obbligato a seguire”

“Dobbiamo avere il coraggio di lasciare andare avanti alcuni paesi anche se altri non vogliono seguirli – sembra parafrasarlo la cancelliera tedesca Angela Merkel – . Un’Europa a più velocità è necessaria per andare avanti. Nessuno deve restare escluso, ma nessuno deve sentirsi obbligato ad aderire a ogni progetto”.

Gentiloni e l “Europa sociale”

Se la solidarietà deve restare a Ventisette, è il messaggio, la cooperazione rinforzata sarà invece solo tra volenterosi. Purché, sottolinea il premier Gentiloni, quella di domani resti un’Europa “sociale” in cui chi rimane indietro non veda la fonte, ma trovi la risposta ai suoi problemi.
La difesa è comune
L’Unione europea della doppia velocità ritrovare coesione sul piano militare: a Bruxelles i ministri degli esteri e della difesa hanno varato il primo comando militare unificato, primo passo verso quella Unione della sicurezza e della difesa che apparentemente è il futuro condiviso dell’Europa. Si tratta del cosiddetto Mpcc (Military planning and conduct capability) che guiderà le missioni militari europee `non executive´, ovvero non combattenti, di cui tre sono attualmente in corso, per l’addestramento delle forze militari in Mali, Repubblica Centrafricana e Somalia.

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