Merito, competitività ed equità. Ecco la legge di bilancio 2017 #passodopopasso


Oltre alla legge di bilancio abbiamo approvato “un dl che interviene sui fondi 2016, il famoso fondo della presidenza e interviene sull’obiettivo del governo di chiudere la parentesi di Equitalia aprendo un capitolo nuovo”. 

Così Matteo Renzi ha aperto la conferenza stampa sull’esame del disegno di legge di bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2017 e per il triennio 2017-2019. “La filosofia della stabilità 2017 è merito e bisogno, tenere insieme competitività ed equità, dare una chance a chi ci prova e una mano a chi non ce la fa”.
 “L’Italia non va ancora bene ma dopo due anni e mezzo va un po’ meglio di prima, non siamo contenti, abbiamo fame di risultati positivi ma Italia va meglio. Passo dopo passo”.
 La manovra per il 2017 è fatta “di 6 capitoli, il più importante è la competitività” sulla quale ci sono “20 miliardi in più anni”. Così il premier Matteo Renzi al termine del Cdm che ha varato la legge di Bilancio, citando gli interventi per Industria 4.0 e il superammortamento.
 “Già nel decreto legge c’è un miliardo di euro per le piccole e medie imprese”. Le risorse arrivano dal “fondo presidenza” e non sono dunque utilizzati per la campagna del referendum. “Non pensiamo alle stock option dei banchieri – aggiunge – ma alle Pmi che non hanno i finanziamenti”.
 “Bonus? Saranno anche bonus ma sono 4 manovre in 3 anni che facciamo un bonus, a differenza di chi per trent’anni ha fatto malus”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi al termine del Cdm per la manovra, parlando delle misure in favore delle imprese, e sottolineando che “continua ad andare giù la pressione fiscale”.
 Il rapporto deficit/Pil si attesterà nel 2017 al 2,3%. Il dato, che sarà inserito nel Documento programmatico di Bilancio (Draft Budgetary Plan), è rivisto al rialzo rispetto al 2% della Nota al Def. La crescita del Pil rimane all’1%.
 “Abbiamo chiuso un accordo con il mondo dei pensionati, avevamo chiuso a 6 miliardi ed invece sono 7 nel triennio”. 
Così Matteo Renzi spiegando i fondi per l’Ape e le pensioni basse nella manovra.
 Per le piccole imprese arriva Iri al 24%. “Questa Iri è un’opportunità per i piccoli che sono soggetti oggi a tassazione Irpef. Se sei piccolo con l’Iri puoi pagare il 24% esattamente come l’Ires”.
 Per quanto riguarda le misure sulla sanità, questo governo “non ha mai tagliato la sanità e ora ha 2 miliardi in più” e quel miliardo che “per alcuni sembrava ballerino” servirà “per i farmaci oncologici, per l’epatite C” per i vaccini e per le nuove stabilizzazioni di medici e intermedi.
 “Cinquanta milioni al fondo non autosufficienza mentre il fondo povertà 
è come promesso a 500 milioni”.
 “Tre miliardi per il bonus ristrutturazione non solo per i condomini ma anche per gli alberghi”.
 Gli investimenti pubblici aumenteranno di 12 miliardi in 3 anni, di 2 miliardi nel 2017, 4 nel 2018 e 6 nel 2019.
 Nella manovra c’è “1 miliardo in più su scuola e università, non solo per i decreti legislativi per la buona scuola” ma anche per un “intervento per le scuole non statali, per le materne paritarie” e per quelle che “hanno insegnanti di sostegno e che hanno numero di disabili rilevante”. Così il premier Matteo Renzi sottolineando che si tratta di scuole che “fanno un servizio” e auspicando “che non vi siano polemiche ideologiche”.
 Nella manovra 2017 ci sono 600 milioni sulla famiglia “con misure del ministro Costa. E’ un piccolo segnale verso un grande investimento sulla famiglia e sui figli che faremo nel 2018 con la modifica dell’Irpef”.
 L’impegno finanziario per l’accoglienza migranti “vale lo 0,2% e sarà fuori dal Patto” e dal 2016 “i sindaci che al 15 ottobre accolgono sul territorio i migranti avranno riconosciuto un contributo specifico di 500 euro una tantum a migrante, che permetterà di dimostrare che lo Stato gli è riconoscente”.
 “1,9 miliardi per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, per le forze armate, la polizia e le nuove assunzioni”.
 La manovra 2017 potrà contare su 2 miliardi in arrivo dalla voluntary disclosure. Lo ha annunciato Matteo Renzi specificando che la cifra è, a suo parere, “sottostimata”. Si tratta, ha aggiunto, di “un intervento che non ha alcun elemento nemmeno lontanamente assimilabile a un condono”.
 “4 miliardi vengono dall’operazione Equitalia, che porterà a consentire non la rottamazione delle cartelle, chi deve pagare paga, ma a non pagare smisurati interessi e more che erano previste dalla filosofia da cui Equitalia partiva”. Equitalia entrerà nell’Agenzia delle Entrate.
“Il modello di Equitalia è stato inutilmente polemico nei confronti dei cittadini e vessatorio. Chiuderla vuol dire chiudere quel modello lì. A chi dice che così si favorisce l’evasione dico che se c’è governo che ha fatto un record siamo noi. Mettete in fila i risultati, noi abbiamo fatto più di tutti. È un dato di fatto. E’ come dire che il Real Madrid che non sa cosa sia la coppa dei campioni”. “Se non paghi una tassa – spiega Renzi – dal 7 novembre ti arriva un sms e non un ufficiale giudiziario”. Ci sarà una fase transitoria, spiega poi il premier: Equitalia “farà il suo ingresso nell’Agenzia delle entrate per almeno sei mesi per completare il percorso”.
 “I nostri dati dicono che la crescita sarà all’1,1, 1,2, noi lasciamo l’1 in modo molto signorile per evitare polemiche dando per scontato che con il deficit al 2,3 e’ probabile che la crescita sarà più corposa”.
 “Abbiamo fatto anche alcune piccole cose. Il canone Rai era a 113 euro, è passato a 100 euro quest’anno e passa a 90 il prossimo anno”.
 “Abbiamo sempre detto che non avremmo toccato l’Irpef prima del 2018, è legge di stabilità non inventata ma viene dai tre anni precedenti. Se il prossimo anno avremo la possibilità di continuare in questo lavoro il percorso sarà completato: ci manca solo Irpef. Il referendum? lo scopriremo solo vivendo, penso che sia una legge di bilancio per gli italiani”.

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