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In questa foto: la polizia ha usato gli idranti per disperdere i manifestanti a piazza Kizilay, ad Ankara.
Dado Ruvic (Reuters/Contrasto)

Torniamo ad aggiornarvi su quanto sta accadendo in Siria e Turchia. 


Ci aiuta il quotidiano on-line Il Post.

Nel pomeriggio di giovedì 13 giugno (in Italia era notte), la Casa Bianca ha annunciato che il regime siriano di Bashar al Assad ha usato armi chimiche contro i ribelli, che da circa due anni cercano di rovesciare il governo autoritario. Le armi chimiche sono state usate “su scala ridotta” per diverse volte nel corso dell’ultimo anno, secondo gli Stati Uniti. Gli attacchi di questo tipo avrebbero ucciso complessivamente tra le 100 e le 150 persone, ma secondo l’intelligence degli Stati Uniti il numero di morti potrebbe essere più alto.

Tra le armi chimiche utilizzate dal regime di Assad ci sarebbe stato anche il sarin, un gas nervino classificato come arma chimica di distruzione di massa. Colpisce il sistema nervoso e porta a una progressiva perdita di controllo delle principali funzioni corporee: gli spasmi e le convulsioni portano al soffocamento. Il sarin è di solito letale anche a piccole dosi, se non si procede con la tempestiva somministrazione di un antidoto.

Gli Stati Uniti hanno concluso che le armi chimiche sono state usate da Assad basandosi su diverse fonti di intelligence, che hanno studiato i piani militari del regime siriano, i rapporti su particolari attacchi condotti nell’ultimo anno e le descrizioni dei sintomi riportati dalle persone esposte ai gas. Sarebbero stati analizzati anche alcuni campioni di sangue e urine da due persone – una rimasta ferita e l’altra morta – esposte al sarin. Diversi paesi dell’Unione Europea avevano contribuito in precedenza con i loro servizi segreti per indagare sul possibile uso di armi chimiche

Continua a leggere sul sito de Il Post.

In Turchia sono continuati per tutta la scorsa settimana  gli scontri tra polizia e manifestanti in varie città turche, soprattutto Istanbul, dove sono state arrestate quasi 500 persone, e Ankara, dove la polizia ha arrestato un centinaio di manifestanti. Tra le persone fermate domenica a Istanbul anche alcuni giornalisti e il fotoreporter italiano Daniele Stefanini.

Nella notte tra sabato e domenica le forze dell’ordine avevano sgombrato gli occupanti da parco Gezi e da piazza Taksim usando gas lacrimogeni e idranti a cui erano state aggiunte sostante urticanti.

Il 17 giugno due sindacati turchi, la Confederazione sindacale degli operai rivoluzionari (Disk) e la Confederazione sindacale dei dipendenti pubblici (Kesk) hanno lanciato l’appello a uno sciopero generale in sostegno alla contestazione contro il governo. Il ministro dell’interno, Muammer Güler, ha definito illegale l’appello e ha annunciato che eventuali manifestazioni saranno represse dalla polizia.



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