"Ritroviamo orgoglio e fiducia"

Il Presidente Napolitano con i Presidenti di Camera e Senato
L'omaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'Altare della Patria, insieme ai nuovi Presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, e al Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha concluso le celebrazioni della "Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera".

Il Presidente Napolitano si è rivolto al Paese con un videomessaggio: 

"Festeggiamo oggi come ricorrenza storica il 17 marzo, che nel 2011 ha segnato il compiersi del 150mo anno di vita dell'Italia unita. In quell'occasione, e lungo molti mesi, si sono svolte in tutto il paese innumerevoli celebrazioni, dalle più solenni sul piano nazionale e anche internazionale, alle più semplici e partecipate nelle scuole, in seno ad associazioni di ogni sorta, nei Comuni, nei centri più piccoli, con vaste e calorose adesioni di giovani e di cittadini. Ebbene, è molto importante non dimenticare quel che esse hanno significato: gli italiani si sono mostrati consapevoli di quel che di meglio abbiamo fatto nella nostra storia, e soprattutto di come siamo riusciti a superare momenti difficili e drammatici grazie a un grande sforzo per superare le divisioni tra noi, per unire le nostre energie e volontà. Così superammo le terribili prove della guerra e del dopoguerra, liberandoci dalla dittatura, dandoci con la Repubblica e la Costituzione regole di libertà e democrazia, ricostruendo l'Italia dalle rovine e facendola diventare già 50 anni fa uno dei paesi più sviluppati e moderni in Europa e nel mondo".

"E' per ricordare e rivivere tutto questo che il 17 marzo lo celebriamo, e lo celebreremo ogni anno, come Festa dell'Unità d'Italia. Siamo oggi - noi italiani - credo che lo sappiamo bene, di nuovo in un momento difficile e duro, per l'economia che non cresce, per la disoccupazione che aumenta e dilaga tra i giovani, per il Mezzogiorno che resta indietro, per quel che non va nello Stato, nelle istituzioni, nella politica e che va modificato, che richiede, e già da tempo, di essere riformato".

"Ritroviamo dunque - questo è il mio augurio - come nelle celebrazioni del Centocinquantenario, orgoglio e fiducia, e ritroviamo il senso dell'unità necessaria. Unità, volontà di riscatto, voglia di fare e stare insieme nell'interesse generale, senza dividerci in fazioni contrapposte su tutto, senza perdere spirito costruttivo e senso di responsabilità".

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