Matteo Renzi. Cambiamo l'Italia.


Prosegue il nostro lavoro di approfondimento sulle primarie del centrosinistra, per la scelta del candidato alla Presidenza del Consiglio della coalizione "Italia bene comune".

Oggi torniamo a dare la parola ai sostenitori di Matteo Renzi.


Ho deciso che andrò a votare Matteo Renzi, il 25 novembre.

Lo farò dopo essermi arrovellato sulla questione per qualche settimana, convinto come sono della bontà e della validità delle altre candidature, confermate ancora una volta dal bel confronto di lunedì sera

Lo farò perché credo nello spirito delle primarie, che diventano entusiasmanti e davvero stimolanti quando riescono a fare emergere le anime della sinistra, quando sono capaci di presentare candidature autorevoli e ricette diverse ai problemi dell'attualità.

In questo senso la candidatura di Matteo Renzi ha rappresentato il primo vero cambio di passo rispetto alle precedenti primarie nazionali, nelle quali difficilmente i candidati avevano la caratura per insidiare la leadership di colui che rappresentava il principale candidato.

Una candidatura che ha alimentato una serie di dibattiti dal mio punto di vista interessanti sul nostro modo di vedere la sinistra, su certe nostre miopie, prima di tutto su una certa fascinazione nel cadere vittime dei luoghi comuni.

Costruendo il curioso meccanismo secondo il quale i punti di forza della sua campagna siano diventati miccia nelle mani dei suoi detrattori.


La rottamazione, aldilà della rozzezza comunicativa del termine, tramutata in mera disputa generazionale ne è un esempio. Un tema che è stato presentato in questi anni da molti esponenti del partito democratico proprio per la necessità di rinnovamento del panorama politico (specie in un paese in cui l'età media dei parlamentari è la più alta d'Europa), legata alla presa di coscienza che alcune esperienze non positive non possono essere iterate all'infinito, seguendo quanto avviene in ogni paese dell'occidente (penso a Zapatero, a Sarkozy, a Blair, per dirne qualcuno tra i più noti, giovani e già in pensione, al servizio del proprio partito), non può tramutarsi in un giovanilismo sterile.

Altro punto interessante è l'accusa di voler proporre modelli, economici e comunicativi, lontani da quelle che sono state finora le proposte, spesso conservative, della sinistra negli ultimi vent'anni. Idee che fanno parte dell'anima riformista della sinistra in tutta Europa, e che spesso si sono dimostrate vincenti, perché molto spesso in grado di far convergere un elettorato più ampio sul centro sinistra, perché capaci di sfondare tra l'elettorato più incerto, meno politicizzato. Un obiettivo che il Partito Democratico persegue fin dalla sua nascita, e che lo allontanerebbe da pericolose e disomogenee alleanze elettorali, come dimostrano le passate e sfortunate esperienze di governo.

Sarebbe, in definitiva, un bel cambio di pagina dare finalmente spazio alle idee, al merito, alle esperienze, quando sono positive, senza dimenticare l'equità e le pari dignità di ogni cittadino, come sottolinea Matteo Renzi nel suo lineare e semplice manifesto. Sarebbe questa una delle poche speranze per uscire dalla situazione di crisi in cui stagna il nostro paese, ricominciare ad avere fiducia nel futuro, tornare a scommettere su di esso.

Per costruire un territorio nuovo nel quale interrogarci sull'Italia che vi invitiamo quindi a partecipare al comitato per Matteo Renzi, iscrivendovi al gruppo facebook, inviando una mail al comitato cittadino, partecipando alle attività che ci vedranno coinvolti da qui alla data delle primarie.

O più semplicemente al ragionare con maggiore apertura al territorio nuovo aperto dalla sua candidatura.

Mao

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