Il giorno dopo l'incendio della "Casa World"

foto di Roberto Fontana

Questa mattina vi abbiamo raccontato (qui) dell'incendio che ha devastato l'azienda «Casa World» in via Besozzo a Monza.

Ad emergenza finita possiamo fare qualche considerazione aggiuntiva.

In linea generale i materiali combustibili se sono in quantità limitata, correttamente manipolati e depositati in sicurezza, possono non costituire oggetto di particolare valutazione.

Alcuni materiali presenti nei luoghi di lavoro costituiscono pericolo potenziale poiché, sono facilmente combustibili od infiammabili o possono facilitare il rapido sviluppo di un incendio. A titolo esemplificativo essi sono:
- vernici e solventi infiammabili
- adesivi infiammabili
- gas infiammabili
- grandi quantitativi di carta e materiali di imballaggio. materiali plastici, in particolare sotto forma di schiuma
- grandi quantità di manufatti infiammabili
- prodotti chimici che possono essere da soli infiammabili o che possono reagire con altre sostanze provocando un incendio
- prodotti derivati dalla lavorazione del petrolio
- vaste superfici di pareti o solai rivestite con materiali facilmente combustibili.

Nei luoghi di lavoro inoltre possono essere presenti anche sorgenti di innesco e fonti di calore che costituiscono cause potenziali di incendio o che possono favorire la propagazione di un incendio.

Queste fonti, in alcuni casi, possono essere di immediata identificazione mentre, in altri casi, possono essere conseguenza di difetti meccanici od elettrici. A titolo esemplificativo si citano:
- presenza di fiamme o scintille dovute a processi di lavoro, quali taglio, affilatura,
- saldatura
- presenza di sorgenti di calore causate da attriti
- presenza di macchine ed apparecchiature in cui si produce calore non installate e non utilizzate secondo le norme di buona tecnica
- uso di fiamme libere
- presenza di attrezzature elettriche non installate e utilizzate secondo le nonne di buona tecnica.

Ieri alla Casa World il mix di prodotti combustibili solidi (materiale stoccato) e sorgenti di innesco ha dato il via al focolaio. 

foto di Roberto Fontana

Le leggi (D.M: 10 marzo 1998 prima e D: Lgs. 151/11 dopo) prevedono dei sistemi per proteggere e soprattutto prevenire questi eventi.

Le attività soggette al controllo obbligatorio da parte dei Comandi provinciali dei vigili del fuoco (presumibilmente anche il magazzino avrebbe dovuto essere verificato dai VV.F data la tipologia di attività) , devono attuare le misure previste dalla vigente normativa, in particolare per quanto attiene il comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali, compartimentazioni, vie di esodo, mezzi di spegnimento, sistemi di rivelazione ed allarme impianti tecnologici. Qualora non sia possibile il pieno rispetto delle misure previste, si dovrà provvedere ad altre misure di sicurezza compensative. 

foto di Roberto Fontana
 Le attività da predisporre ai fini antincendio sono:

MISURE DI TIPO TECNICO:
- realizzazione di impianti elettrici realizzati a regola d'arte
- messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di evitare la formazione di cariche elettrostatiche
- realizzazione di impianti di protezione contro le scariche atmosferiche conformemente alle regole dell'arte
- ventilazione degli ambienti in presenza di vapori, gas o polveri infiammabili
- adozione di dispositivi di sicurezza.

MISURE DI TIPO ORGANIZZATIVO - GESTIONALE:
- rispetto dell'ordine e della pulizia
- controlli sulle misure di sicurezza predisposizione di un regolamento interno sulle misure di sicurezza da osservare
- informazione e formazione dei lavoratori.
Per adottare adeguate misure di sicurezza contro gli incendi, occorre conoscere le cause ed i pericoli più comuni che possono determinare l'insorgenza di un incendio e la sua propagazione.

foto di Roberto Fontana

Spetterà ai VVF e ASL verificare le cause dell'incendio. Da una prima analisi (da spettatore esterno) le fasi di evacuazione e di primo intervento sul focolaio non sono state ben organizzate. L'evacuazione è avvenuta in modo sparso senza figure di riferimento che la coordinassero. 

La preoccupazione aggiuntiva è che il tetto fosse in eternit.

La fase ignizione (l'inizio di un incendio) e di propagazione sono state molto rapide. In poco tempo si è raggiunto il flash over, ovvero la fase in cui l’incendio raggiunge il punto di non ritorno e quindi le dimensioni di massima potenza.

Il flash over è caratterizzato da brusco aumento di temperatura in cui i materiali combustibili vicini al focolaio si autoaccendono e quelli più lontani raggiungono temperature elevate con produzione di gas infiammabili. 

Fin qui una breve descrizione del contesto legislativo antincendio e di quello che sembrerebbe accaduto

Vi terremo informati su successivi sviluppi 

DoppiaM

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