VENTO: In bicicletta da VENezia a TOrino lungo il fiume Po passando per EXPO 2015



Una pista ciclabile che scorre sugli argini del Po e collega Torino a Venezia, passando per Milano, grazie alla pista del Naviglio Pavese. Una maestosa dorsale di 679 chilometri, che realizzerebbe in Italia un’opera ciclabile simile alle piste europee più famose: lavia del Danubio in Austria, da Passau a Viennao quella dell’Elba, in Germania.


Ce lo racconta il Corriere della Sera

Piste ciclabili sicure, attrezzatissime, costantemente curate e abbellite, adatte alle famiglie come agli appassionati. Infrastrutture che portano alle economie locali dai 72 ai 91 milioni di euro l’anno, grazie alla presenza di oltre 155 mila turisti. È possibile sognare qualcosa di simile, in Italia?
A credere a questa idea, a detta stessa dei suoi creatori «visionaria», è il dipartimento di infrastrutture e progettazione del Politecnico di Milano, che ha presentato il progetto «VenTo»: una pista ciclabile elaborata in un anno di studi da tre giovani ricercatori Alessandro Giacomel, Diana Giudici e Luca Tomasini. Il direttore scientifico è Paolo Pileri, docente del Politecnico e il costo del progetto è stato sostenuto non solo dall’ateneo, ma anche da Blm Group e dalla Regione Lombardia con una borsa di studio. Il sogno è che la pista sia realizzata in tempo per Expo 2015. «Il progetto è pronto e la ciclabile costerebbe solo 80 milioni di euro. Un impegno di spesa più che sostenibile, se diviso fra tutte le Regioni, Province e amministrazioni interessate», ha detto Pileri. «A questo punto manca un impegno concreto. È una questione politica e noi chiediamo ai politici di impegnarsi».


 L’accoglienza della politica e degli enti che governano il Po? Al dibattito del Politecnico è stata abbastanza tiepida, ma d’altronde, la maggior parte degli amministratori aveva delegato al proprio posto dei dirigenti di settore, che quindi non hanno espresso pareri. L’unica presenza politica era il consigliere del Comune di Milano, Carlo Monguzzi (centrosinistra), che invece lo ha definito 


«un progetto strepitoso e di grande risparmio. Gli investimenti già in corso per nuove strade e autostrade sono 30 mila milioni di euro e questa pista ne costerebbe solo 80. Il Comune di Milano sostiene questo progetto, lo esamineremo entro due settimane in commissione mobilità». 


Monguzzi ha poi suggerito agli autori di pensare a un modello simile al bike sharing, che a Milano ha più di 6 mila utenti». 

Leggiamo dal sito del Politecnico di Milano.


Una pista ciclabile di 679 km che potrebbe essere realizzata con l'impegno dello Stato italiano, delle 4 regioni attraversate dal fiume, delle province, degli enti fluviali, di tutti i comuni, delle associazioni dei cittadini e delle imprese.

In parte la ciclabile già esiste, in parte deve essere realizzata e in parte messa in sicurezza. Le condizioni per realizzarla richiedono un investimento molto contenuto: qualche decina di milioni di euro per ottenere in pochi anni la più lunga ciclabile del sud Europa. Una ciclabile che collegherebbe città artistiche meravigliose: Venezia, Ferrara, Mantova, Sabbioneta, Cremona, Pavia, Valenza, Casale Monferrato, Torino.



Un'infrastruttura a bassa velocità ma che produrrebbe un giro di affari annuo stimabile in due volte l'investimento iniziale. Un'infrastruttura che diverrebbe il volano per un turismo pulito, bello, ecologico e motore per tante economie diffuse...vere green economy.


DoppiaM

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