Un'altra parata


Il passaparola su Twitter è iniziato poco dopo la notizia del nuovo sisma in Emilia: la parata del 2 giugno va annullata e i soldi risparmiati vanno destinati alle popolazioni colpite dal terremoto.

L'iniziativa, con l'hashtag no2giugno, ha raccolto numerosissime adesioni e non solo sul web: politici di diversi schieramenti hanno appoggiato la mobilitazione.

Massimo Gramellini, nel suo "Buongiorno" su La Stampa, si occupa oggi dell'argomento, con l'acume che lo contraddistingue:

"Che senso ha la parata del 2 giugno con l’Emilia a pezzi che piange i suoi morti? Il quesito, che sarebbe considerato blasfemo in Francia, qui può sembrare velleitario, dal momento che il Capo dello Stato ha deciso di confermare la cerimonia dei Fori Imperiali, sia pure improntandola alla sobrietà. Però vale egualmente la pena di porselo.

Sgombriamo il campo dalle pregiudiziali ideologiche, che condannano la sfilata delle Forze Armate in quanto manifestazione muscolare. E sforziamoci di sgombrarlo anche dai condizionamenti emotivi che in queste ore ci inducono a considerare uno spreco di risorse qualsiasi iniziativa dello Stato che non consista nel portare sollievo alle popolazioni emiliane in apnea.

I soldi per la parata sono già stati quasi tutti spesi. Con quel poco che resta si finanzierebbe al massimo la ricostruzione di un comignolo. Andrebbe ricordato a quella genia di politici in malafede che cercano di agganciare l'umore popolare con proposte furbastre, ma si guardano bene dal devolvere a chi soffre le cifre ben più consistenti che si ricaverebbero dalla drastica riduzione del numero dei parlamentari.

La domanda che la coincidenza fra celebrazione e tragedia riporta alla ribalta è un’altra: nel 2012 ha ancora senso festeggiare la Repubblica con un rito così poco sentito dalla maggioranza dei cittadini? Ogni comunità ha bisogno di riti e di simboli. Ma sono le religioni che li mantengono inalterati nei secoli. Non gli Stati. Non tutti, almeno.

Penso sommessamente che quest’anno il 2 giugno si onori di più la Repubblica andando fra i terremotati che fra i carri armati".

Personalmente mi piacerebbe che alla parata sfilasse un'altra Italia. Quella dei ricercatori, ingegneri, operai, medici, insegnanti.

Perché come scrive Ernesto Maria Ruffini sul sito de "L'Espresso": "Il 2 giugno 1946 è stato il giorno in cui gli italiani hanno scelto la Repubblica, il giorno in cui tutti hanno scelto di non lasciare nessuno indietro e costruire un paese migliore."
DoppiaM

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