L'Emilia, il terremoto, il lavoro e la solidarietà


Continuano le scosse di terremoto in Emilia, anche di un certo rilievo, mentre si contano i danni e il Governo ha varato ieri le prime misure concrete per l'emergenza.

Il sisma in Emilia ha fatto 17 vittime, distrutto molti monumenti e chiese, danneggiato gravemente molti paesi e ha messo in ginocchio, tra l'altro, il sistema industriale di quelle zone.

Non sono mancate, in questi giorni, le polemiche sulla sicurezza dei capannoni e dei luoghi di lavoro, e anche qualche riflessione sull'essere tornati al lavoro così in fretta, dopo la scossa precedente.

"E' meglio rischiare la vita che perdere il posto di lavoro", dicono oggi (qui) alcuni operai su Repubblica, facendo riferimento al fatto che "se non ripartiamo subito le aziende vanno all'estero".

Dario di Vico, sul Corriere (qui) racconta invece la storia del distretto biomedicale di Mirandola, anch'esso duramente colpito dal sisma di martedì.

C'è un terzo fronte duramente colpito in Emilia: il settore agroalimentare, altro motore e simbolo di quei territori.

Girano in questi giorni in rete moltissime proposte di solidarietà, per l'acquisto del parmigiano “terremotato” e degli altri prodotti agroalimentari tipici dei territori colpiti dal sisma. Tante volte, in questi casi, non si sa se credere o meno a queste informazioni, soprattutto quando si vuole davvero dare una mano con un gesto di solidarietà.


Per evitare speculazioni, Coldiretti si è attivata per risollevare un comparto che ha subito danni per 250 milioni di euro con crolli e lesioni ai magazzini di stagionatura, gli edifici rurali (case, stalle, fienili e serre), danni ai macchinari e perdita degli animali sotto le macerie.

All'indirizzo mail terremoto@coldiretti.it ci si può rivolgere per inviare richieste, specificando nome, indirizzo, telefono, prodotto e quantitativo cui si è interessati.

Qui per saperne di più.

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